Per saldare i debiti contratti è diventato vittima di 4 usurai secondo un meccanismo a catena, finché non si è proposto come intermediario per reclutare possibili clienti, destinati a diventare future vittime dell'usura. Infine, non riuscendo a sottrarsi al vortice di debiti in cui era finito, si è procurato una pistola per farsi giustizia da sé. E' a questo punto che è scattata l'operazione congiunta della Squadra Mobile di Roma e della Guardia di Finanza che si è conclusa con 5 arresti e 27 perquisizioni e ha portato alla luce circa 30 casi di usura per un giro d'affari di alcuni milioni di euro.L'uomo vittima di usura è stato arrestato con l'accusa di detenzione di arma clandestina. In manette anche i quattro usurai, tra loro un architetto e un imprenditore.
L'operazione, denominata 'Tempesta', nasce da una precedente indagine. Il tutto ruotava intorno ai proprietari di un autosalone e di un ristorante. Marito e moglie contraggono il debito con il primo usuraio, poi si rivolgono a una seconda persona, successivamente a una terza e a una quarta. La situazione diventa insostenibile. Diventano vittime di pesanti minacce e violente intimidazioni. Dopo aver tentato di entrare in gioco come intermediario senza fortuna, la vittima si procura una pistola. Arma con matricola abrasa di fabbricazione bulgara, trovata dalle forze dell'ordine e sequestrata durante la perquisizione nel ristorante.
Sono una trentina in totale le vittime dei casi di usura accertati nel corso dell'operazione, dal piccolo imprenditore all'idraulico, dall'artigiano al dipendente pubblico. I tassi usurai mensili andavano dal 2,5% al 10% e venivano tenuti bassi inizialmente per non portare la vittime all'esasperazione e quindi alle denunce. In un secondo momento si arrivava però al 100%. Un prestito di 250mila euro erogato a maggio saliva così a 400mila euro a giugno, e toccava i 700mila euro a settembre.
Nel corso dell'operazione è emerso anche il ruolo di un importante istituto di credito. Il direttore dell'istituto, che è al momento indagato, aveva aperto un conto corrente a nome della moglie dell'uomo finito in manette per detenzione d'arma, su cui uno degli usurai aveva versato 250mila euro per l'acquisito di autovetture.
Nell'operazione di oggi sono stati impegnati oltre 200 uomini della polizia e della guardia di finanza. Alcune persone erano vittime di usura per centinaia di migliaia di euro. ''Questa indagine nasce senza denunce - ha detto il capo della Squadra Mobile, Vittorio Rizzi - In genere c'è un grosso gap tra le denunce e i casi di vittime accertate e invito quindi tutti a denunciare i casi di usura, perché dall'usura si può uscire e si può uscire arrestando''.
Blitz antiusura anche dei carabinieri della Compagnia di Velletri. I militari hanno sequestrato beni per 2 milioni e mezzo di euro ai principali esponenti e ai loro prestanome di un'associazione a delinquere finalizzata a usura, estorsione e traffico di droga, già sgominata lo scorso gennaio con un'operazione che portò all'arresto di 10 persone, alle porte di Roma. Il gruppo, di tipo verticistico e con una gerarchia dei ruoli, si era dimostrato estremamente pericoloso per la capacità di incutere timore e di creare un clima di omertà ricorrendo a minacce e violenze per imporre i pagamenti. L'organizzazione si avvaleva, tra l'altro, di commercialisti compiacenti che fornivano documenti falsi per far ottenere prestiti e mutui per l'estinzione dei debiti usurari.
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